Ascoltiamo abbastanza la voce dei ragazzi?

Autore: Franco Taverna

20 Apr 2022 - Articoli (, , , , )

Ascoltiamo abbastanza la voce dei ragazzi?

«Credo che se gli adulti ascoltassero con più attenzione la voce dei ragazzi,
avremmo una scuola diversa e una società migliore.»

– Franco Taverna, presidente dell’Associazione Semi di Melo

Alla luce dei risultati della ricerca condotta insieme all’ASST Sette Laghi di Varese, nel periodo aprile-dicembre 2021, abbiamo capito che è necessario andare oltre i numeri e mettersi in ascolto (davvero!) rispetto alle esigenze dei nostri adolescenti.

Noi adulti parliamo tanto, ma difficilmente raggiungiamo il cuore del problema.
Eppure, basterebbe fare una sola, semplice domanda: “come state?”

Un progetto per sentire la voce dei ragazzi

Il Progetto Selfie è nato per una necessità, riscontrata in occasione di un’altra iniziativa: una mostra itinerante sul gioco d’azzardo, chiamata “Non chiamiamolo gioco”, promossa dalla Fondazione Exodus e dalla Casa del Giovane di Pavia.

Presentando la mostra all’interno delle scuole, è emerso un forte gap tra le percezioni degli adulti e quelle degli studenti.

«Avevamo l’impressione che molti insegnanti non avessero proprio idea di quello che passava nella testa dei loro alunni, stavano dietro la cattedra e questo per loro bastava…» racconta Franco Taverna, responsabile area adolescenza della Fondazione Exodus di don Mazzi, oltre che presidente dell’Associazione Semi di Melo.

“Selfie” è diventato, quindi, lo strumento che ha consentito di “fotografare” diversi aspetti della vita dei ragazzi. In particolare, ciò che i risultati dei questionari hanno restituito, è la “fotografia” di una generazione in movimento, difficile da catalogare.

“Selfie”: cosa raccontano i dati

Se vogliamo conoscere meglio gli adolescenti, la cosa più importante è ascoltare la loro voce.

«Credo che questo sia l’aspetto più interessante di questa specifica ricerca compiuta nella provincia di Varese», dice il responsabile di Fondazione Exodus. «Infatti si fa un gran parlare della necessità di trovare forme di partecipazione diretta degli adolescenti e dei giovani nelle cose che li riguardano ma poi si finisce sempre che sono gli adulti che giudicano e interpretano il loro pensiero e i loro desideri. Ci sono sempre gli esperti, le università, le varie istituzioni composte da adulti che analizzano e teorizzano sulla testa dei ragazzi. Questa volta invece le analisi degli adulti sono state affiancate con ugual peso da quelle della consulta studentesca e in alcune scuole i dati sono stati utilizzati per formulare commenti, per intervenire con giudizi da parte dei ragazzi stessi, autori dei loro selfie».

Il ruolo degli adulti, l’importanza della scuola

Il 58% dei ragazzi intervistati per esempio ha dichiarato di essere, o essere stato in terapia da uno psicologo. L’81% è stato a dieta. Il 26% dei ragazzi alle scuole medie e il 30% degli studenti delle superiori dichiarano di essersi procurati dolore fisico volontariamente. Noi genitori, noi educatori, noi adulti di riferimento… dove siamo? Ascoltiamo abbastanza i nostri figli/allievi?

«Le ragazze e i ragazzi non chiedono solo maggiore attenzione riguardo ai possibili rischi che corrono, desiderano insegnanti e genitori più attenti. E mi pare che siano tre le priorità che ci vogliono indicare: l’amicizia, il tema dell’immagine e dell’apparire e quello del digitale e della voglia di comunicare», osserva ancora Taverna.

Non a caso, uno spunto interessante rilevato dalle risposte fornite dagli studenti, durante l’indagine svolta a Varese, è questo:

“La maggior parte dei ragazzi racconta la voglia di comunicare, di stare a contatto con gli altri, a prescindere dalle tecnologie.”

Chi pensa, come da stereotipo, che gli adolescenti siano sempre attaccati al telefono, forse dovrebbe prima osservare, e giudicare con altrettanta sicurezza, il proprio comportamento. Si migliora solo con il buon esempio, ricordiamolo.